Ciao a tutte,
da qualche giorno mi sono messa a girovagare per internet e ho visto che molte ragazze preparano i loro principi attivi per i cosmetici direttamente a casa. Essendomi incuriosita ho provato a sperimentare anche io e devo dire che ho ottenuto dei risultati soddisfacenti.
Ho provato a fare estrazioni sia a partire da “droghe secche” che da “droghe fresche” recuperate tra supermercati ed erboristerie e così mi sono messa all’opera.
Per vedere alcune foto del procedimento potete cliccare qui.
Innanzitutto quello che viene chiamato comunemente olelito per i chimici è un’estrazione in solvente organico a caldo o a freddo. Nel caso dei cosmetici casalinghi per solvente organico si parlerà esclusivamente di olio d’oliva, di jojoba (non è un olio ma una cera liquida) d’arachidi o di mandorle. In laboratorio si hanno a disposizione numerose apparecchiature che rendono questa operazione decisamente più efficiente e più facile da gestire, mentre a casa servono solo pochi strumenti ma siottengono sempre dei buonissimi risultati:
una pentola per il bagnomaria
un contenitore di vetro dove riporre il materiale da cui vogliamo estrarre l’attivo (tipo barattolo di marmellata)
e della carta di alluminio per avvolgere il contenitore
… ed ora iniziamo…
Metodo di estrazione per la “droga secca” è decisamente il più facile, in quanto si riempie il barattolo di vetro per metà con il materiale di partenza e si ricopre il tutto ben bene con olio.
Si richiude bene il barattolo e lo si pone a bagnomaria per 3 ore.
Dopo questo tempo si fa raffreddare il barattolo e si filtra, dopo si imbottiglia in un contenitore scuro o lo si avvolge con la carta di alluminio. Gli oleliti devo essere contenuti in un luogo fresco e asciutto.
Gli oli che uso normalmente sono l’olio di semi di arachidi perchè è un olio leggero poco colorato e quindi risulta molto facile vedere se l’estrazione è andata a buon fine oppure no. Non consiglierei di usare l’olio di oliva in quanto oltre a essere parecchio costoso è considerato abbastanza pesante e con il suo odore pungente non vi consentirebbe di controllare gli eventuali casi di irrancidimento dell’olelito.
Solitamente aggiungo anche 3 mL di cera liquida di jojoba perchè evita che l’estrazione “vada a male” e l’olio irrancidisca e un po’ di tocoferolo. Siccome sono un po’ pigra non ho ancora acquistato il tocoferolo vero e proprio ma delle capsule di vitamina E che puntualmente punzecchio e ne faccio uscire il contenuto.
Per il metodo a freddo si procede allo stesso modo ma non scalda il contenitore, anzi lo si ripone al buio per 30-40 giorni, ricordandosi di scuotere il barattolo ogni 2 giorni.
Nel caso in cui si abbia una “droga fresca” si procede allo stesso modo ma bisogna ricordarsi che l’estratto conterrà dell’acqua. Personalmente preferisco procedere con i metodo a caldo piuttosto che con quello a freddo, ma tutto rimane a vostra discrezione.
Se decidete di procedere con il metodo a freddo, dopo il periodo di “incubazione” al buio vi rimarrà sul fondo del contenitore dell’acqua e quindi dovrete fare in modo, durante la filtrazione, di non farla cadere sul filtro.
Se procedete con il metodo a caldo dopo la prima estrazione è bene aspettare una notte, vedrete che l’olio sarà diventato opalescente e pieno di goccioline. Bisogna separare l’estratto dalla pianta (ad esempio nelle foto ci sono le bucce del limone) e poi scaldare ancora per 3 ore con il barattolo coperto da una garza per favorire l’eliminazione dell’acqua.
Bene ora non mi resta che augurarvi buona fortuna!!!!!
Prima di lasciarvi vi ringrazio per tutte le visite!!!
A presto!!!!
Dabisly
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